È iniziata questa mattina la nuova vita del crocifisso ligneo che lo scultore tardorinascimentale Francesco da Sangallo realizzò intorno 1520 per l’ospedale di Santa Maria Nuova. La preziosa opera è uscita dai depositi blindati con destinazione il salone Martino V. Qui diventerà parte integrante del percorso museale dell’ospedale fiorentino.

Quelle che si sono svolte oggi sono solo le prime operazioni di movimentazione del Cristo a grandezza naturale. Data la delicatezza dell’opera, realizzata in legno di tiglio, il suo spostamento occuperà lo spazio temporale di una settimana circa. Prima di essere affissa alla parete, la colossale scultura dovrà infatti stabilizzarsi e adattarsi alle nuove temperature. Inoltre, verrà sottoposta a un controllo accurato e a una revisione del restauro concluso nel 2009. A occuparsene sarà la stessa restauratrice, Anna Fulimeni, sotto la direzione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e per le province di Pistoia e Prato. Al termine di queste operazioni lo splendido Crocifisso potrà finalmente essere ammirato da chi frequenterà e visiterà l’ospedale e il suo museo.

“È un’opera magnifica, di enorme valore artistico. Siamo orgogliosi –  ha commentato Giancarlo Landini, presidente della Fondazione Santa Maria Nuova Onlus che ha promosso la revisione del restauro e la ricollocazione dell’opera – di aver dato il via alle operazioni necessarie per farla tornare negli spazi pubblici dell’ospedale, con una collocazione che la valorizza, la contestualizza e la protegge dal tempo. Dal 2016, anno in cui è stata inaugurata la musealizzazione di alcune aree di Santa Maria Nuova, la Fondazione è impegnata sul fronte del recupero dell’immenso patrimonio artistico dell’istituzione. Un patrimonio che racconta la storia dell’ospedale, ma anche della città e dei suoi artisti. A noi spetta il compito di tutelarlo e di renderlo fruibile”.

Il Crocifisso è attribuito a Francesco da Sangallo, ed è stato realizzato tra il 1515 e il 1525. È alto 184 centimetri e largo 178. Raffigura un Cristo Sofferente, un Christus Patiens, drammaticamente realistico. La collocazione originaria dell’opera di Francesco da Sangallo non è nota. Tuttavia un inventario del 1588 lo menziona nella Sacrestia della Chiesa di Sant’Egidio, dove probabilmente era stato spostato per ragioni di sicurezza durante l’assedio di Firenze del 1530. Con un salto di due secoli, si arriva all’Ottocento, quando l’opera subisce un destino comune a tutti i crocifissi lignei: una stesura di pittura scura per simulare il bronzo che, all’epoca, era molto più apprezzato del legno. In tempi più recenti, dopo un passaggio nei deposti dell’ospedale, il Crocifisso viene collocato vicino alla direzione sanitaria, in un corridoio di passaggio e lì rimarrà fino alla fine degli anni Novanta quando venne deciso l’intervento di restauro, avvenuto poi tra il 2007 e il 2009.

Nel 2013, il Crocifisso, tornato al suo antico splendore, è stato mostrato per la prima volta al pubblico grazie alla mostra I Sangallo – Una famiglia di scultori, allestita nel Palazzo Municipale di Pontassieve.

Al termine delle operazioni di controllo e di revisione del restauro, il Crocifisso di Francesco da Sangallo verrà esposto sulla parete del salone Martino V. Questa grande stanza, posta al primo piano, venne probabilmente creata nel 1720 a uso di “teatro” dallo Spedalingo Giuseppe Maria Martellini. Oggi è diventata tappa fondamentale del percorso museale di Santa Maria Nuova inaugurato nel 2016. Il Crocifisso verrà collocato sulla parete di sinistra, a fianco di un altro Cristo, dipinto su tavola sagomata da un ignoto pittore toscano nel XIV secolo, e davanti a La Resurrezione, affresco di Niccolò di Pietro Gerini (1385), staccato dalla parete della corsia degli uomini.


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